Secondo estratto dall’album “Anarchytecture”, il nuovo album degli Skunk Anansie pubblicato lo scorso 15 gennaio, DEAD TO THE LOVERS è ora anche videoclip.
"La realizzazione del video è stata piuttosto intensa per diversi motivi, avevamo un’idea molto forte sulla quale abbiamo lavorato per diverse settimane con una produzione che si è tirata indietro all’ultimo minuto, quindi abbiamo avuto solo 5 giorni per mettere in piedi un altro video da una bozza. Alla fine ci siamo incontrati in un freddo venerdì mattina di inizio gennaio. L’idea era semplice, 4 ragazzi lasciano un matrimonio che per qualche motivo non è avvenuto. Io ero la sposa, i ragazzi mi hanno consolato e fatta ridere. Il video è una vera e propria performance” - commenta Skin.
“Death to the lovers”, attualmente anche in rotazione radiofonica, è un’intensa ballata in pieno stile Skunk Anansie. Così la descrive la stessa Skin: "Un brano che racconta la perdita di intimità in una relazione, quell’area grigia tra amore e odio in cui finisci poco prima di capire che è una relazione è davvero finita. C’è disperazione, c’è la consapevolezza che non si può più andare avanti, che non c’è più speranza. Musicalmente, è un altro esperimento elettronico, qualcosa di fresco e contemporaneo, ma sempre molto Skunk Anansie".
L’album, una collezione di potenti inni dell’alternative rock, ricchi di intensi riff e di quel fuoco che brucia solo nel cuore e nell’anima di un vulcano di energia come Skin, nasce da quelle delicate “zone grigie” delle aspirazioni umane. “Anarchytecture” riguarda strutture intangibili – quelle che costruiamo per noi stessi e quelle che sono costruite per noi da mani invisibili. Il titolo prende significati diversi per ogni membro della band, ma per Skin, “Anarchytecture” indica il confine inquieto tra struttura e caos, tra costrizione e libertà. Non è un album di rottura, dice Skin (“Ho giurato che non ne avrei mai più scritti”) ma è il residuo emotivo che una serie di “esplosioni” avvenute durante quest’anno nella sua vita privata ha lasciato ai versi – molti dei quali erano scarni costrutti nati in studio, nella pressione dell’ultimo momento.
Il nuovo album è stato prodotto da Tom Dalgety (Royal Blood, Killing Joke) ai RAK Studios di Londra, mixato da Dalgety & Jeremy Wheatley e masterizzato dal leggendario Ted Jensen agli Sterling Sound Studios di New York. “Anarchytecture” è frutto del lavoro di tutti i componenti degli Skunk Anansie nella loro formazione storica, composta da Skin, il chitarrista Ace, il bassista Cass e il batterista Mark Richardson.
La band sarà anche in tour per tutta l’Europa a febbraio: la data milanese del 17 febbraio all’Alcatraz è andata sold out a sole 24 ore dall’apertura delle prevendite. Gli Skunk Anansie saranno poi in Italia, per il tour estivo, il14 luglio a PISTOIA (Pistoia Blues Festival), il 15 luglio a ROMA (Postepay Rock In Roma) e il 17 luglio a PIAZZOLA SUL BRENTA (PD) (Anfiteatro Camerini). Gli Skunk Anansie si sono formati nel 1994. Dopo una pausa di 8 anni, la band è tornata assieme nel 2009 con il best of “Smashes & Trashes” (disco d’oro in Italia) a cui è seguito il trionfo internazionale di“Wonderlustre” (1° posto e disco d’oro in Italia), “Black Traffic” (2° posto in classifica in Italia) e “‘An Acoustic Skunk Anansie – Live In London” (2013). La band nella sua ventennale carriera ha venduto oltre 5 milioni di album, ha registrato 7 tour sold out in tutta Europa.
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