Gli Afterhours hanno segnato la scena del rock indipendente in maniera indelebile, ritagliandosi un posto nel panorama alternativo italiano. Il leader indiscusso è Manuel Agnelli, mente e voce del gruppo, oltre che produttore di altri artisti come i Verdena e Cristina Donà .
Gli Afterhours iniziano la loro carriera nel 1986, cantando in inglese. Gli album di questo periodo sono tre: All the good childrens go to hell, During Christine’s sleep e Pop kills your soul. E’ in questa fase che si afferma la prima identità del gruppo: insieme a Manuel Agnelli, formano la band il chitarrista Xabier Iriondo, Alex Zerilli al basso e Giorgio Prette alla batteria.
E’ però nel 1995 che avviene la vera rivoluzione. Gli Afterhours abbandonano l’inglese e pubblicano il primo album interamente in italiano: Germi. Questa scelta consente loro di raggiungere un pubblico più vasto e di iniziare a venire apprezzati per i testi ironici e dissacranti.
L’album, pietra miliare nella storia del gruppo, è del 1997: Hai paura del buio? ed è immancabile nelle collezioni degli amanti del rock alternativo. Nel 1999 vede la luce Non è per sempre, orientato verso sonorità più pop, come si capisce ascoltando la title track o il secondo singolo Bianca.
In questi anni avviene la consacrazione e si scopre la vera forza del gruppo: il live. E’ nei concerti che gli Afterhours danno il loro meglio, anche se perdono il chitarrista Xabier Iriondo, che lascia la band per dedicarsi a progetti personali.
Da questo momento, le sonorità iniziano a mutare, e nel 2002 esce Quello che non c’è, album più intimista, dalle sonorità cupe. Sarà seguito da Ballate per piccole iene nel 2005 (tradotto anche in inglese per il mercato estero) e da I milanesi ammazzano il sabato nel 2008, che cerca di percorrere nuovi sentieri musicali pur mantenendo costante l’identità del gruppo.
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